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08|04|2016

Da Confcommercio Toscana agli albergatori: vendete di più il territorio e arginate la ... diffusione degli alberghi diffusi. Una proposta buona ... per metà

Categoria: News

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In questi giorni, Confcommercio Toscana ha lanciato la proposta di “evolvere gli alberghi tradizionali in veri e propri ‘hub’ del territorio” cogliendo l’occasione della modifica della legge regionale 42/2000, destinata a riordinare il sistema turistico. Secondo Confcommercio, “gli alberghi possono diventare poli che fungano da vetrina e da centro di smistamento di tutti i prodotti e servizi a terra che una certa località può offrire” (Toscana Anna Lapini, Presidente di Confcommercio Toscana). Continua il Presidente Lapini: “dobbiamo premiare le strutture che attuano politiche di comarketing stringendo accordi e convenzioni con altre imprese o professionisti del territorio per offrire ai clienti, insieme al posto letto, servizi aggiuntivi che vanno dal noleggio bici alla visita guidata, dal wine tour al pomeriggio relax in un centro termale”. “Non si tratta di trasformare gli alberghi in imprese 'mangiatutto' né tantomeno in agenzie di viaggio, ma di incentivare forme di collaborazione che siano premianti per tutti. Il turista in arrivo ha nell’albergo il suo primo punto di riferimento, anche a livello informativo. Quindi, perché non sfruttare questa potenzialità per presentare l’intera gamma di offerte del territorio?”, prosegue la Presidente dell’associazione di categoria, “è il mercato che lo chiede, anche i grandi player del turismo mondiale vanno nella direzione di abbinare al pernottamento servizi aggiuntivi, vedi Booking”.
Non si tratta di una proposta da poco.

Vi sono delle opportunità. La Toscana ha l’opportunità di evolvere il modello di business alberghiero, sostanzialmente immutato da oltre due secoli nelle due varianti, quella statunitense proposta da Kemmons Wilson impostata sul concetto di standard e quella europea sviluppata da Cesar Ritz incentrata più sulla sontuosità. L’ospitalità alberghiera toscana ha quindi l'opportunità di svecchiarsi pure restando fedele alla propria missione. A nostro avviso si tratta di una proposta che merita grande attenzione. Restano da affrontare diverse questioni quale quella delle conoscenze, delle competenze e delle professionalità necessarie.

L'appello di Confcommercio costituisce però un avvertimento che suona anche come una minaccia. Non sembra particolarmente felice, ma è perfettamente comprensibile l’idea di limitare la diffusione dell’Albergo Diffuso, unica formula Made in Italy, ai borghi rurali e ai centri storici minori.  La strada di circoscrivere l“Albergo Diffuso" ai piccoli centri è una via piuttosto battuta, non da tutti per fortuna. 

La via d'uscita esiste e si chiama "Albergo Diffuso Virtuoso”, un Albergo Diffuso che è ANCHE un modello di sviluppo. Proposto da Maurizio Droli mette al centro le necessità degli attori locali quali ad esempio quella di aumentare "la % degli ospiti 'prima volta' portata in zona da nuove proposte di ospitalità". In effetti, non è più tempo di fare squadra per "dividere la torta di sempre in fette sempre più piccole", ma di fare squadra per "creare una torta più grande a vantaggio di tutti", per dirla con Fred Hirsh.

In sintesi, la propsta di Confcommercio Toscana sembra apprezzabile e comprensibile, ma buona al 50%, quindi migliorabile a vantaggio di tutti.

Per info sulle alternative: info@sisad.it




 
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